Si chiama
Silk Road, un nome che all'apparenza evoca storie virtuose di commercio, ma che
- in realtà - di nobile e puro ha davvero poco. Tutt'altro: si tratta del lato
più oscuro e profondo del web, quello meno esplorato e in grado di garantire
anonimato ed impunità a chi consapevolmente vi si avventura.
Per
spingersi nei nuovi meandri dell'illegalità è necessario scaricare
gratuitamente un software denominato Tor, acronimo di The Onion Router o
"rete a cipolla" (l'icona che appare sul computer appena completato
il download del programma è proprio una piccola cipolla gialla) veicolo che
assicura la navigazione anonima in internet schermando a terzi l'indirizzo IP
associato al proprio computer.
Il
progetto Tor è nato nel 1995 come progetto della Marina Militare degli Stati
Uniti d'America con il fine di garantire che le conversazioni governative
(ordini e disposizioni d'impiego) non venissero intercettate da entità nemiche
o da servizi d'intelligence stranieri.
A partire
dall'anno 2004 il progetto ha ricevuto finanziamenti da enti di tutela della
libertà e dei diritti umani(1) con l'evidente obiettivo di garantire la
possibilità ad attivisti, studenti o dissidenti impegnati nella lotta ai regimi
di poter scambiare informazioni e comunicare non incappando nei controlli della
polizia politica.
Ma come spesso accade la finalità virtuosa che accompagna simili innovazioni tecnologiche ha ceduto il passo ad un utilizzo illecito che pone, oggi, gli operatori del diritto di fronte al serio problema di predisporre efficaci strumenti di contrasto: il rischio è infatti quello di non riuscire ad identificare gli autori di condotte illecite perpetrate attraverso internet o, peggio ancora, versare nell'impossibilità di acquisire prove di tali fatti.
Ma come spesso accade la finalità virtuosa che accompagna simili innovazioni tecnologiche ha ceduto il passo ad un utilizzo illecito che pone, oggi, gli operatori del diritto di fronte al serio problema di predisporre efficaci strumenti di contrasto: il rischio è infatti quello di non riuscire ad identificare gli autori di condotte illecite perpetrate attraverso internet o, peggio ancora, versare nell'impossibilità di acquisire prove di tali fatti.
Negli
ultimi anni Tor è divenuto, infatti, il primo indispensabile passaggio per
entrare nel web illegale; si tratta di una vera è propria maschera che si
richiede di indossare a chi voglia accedere, in maniera anonima, al dark web ed
evitare così di essere riconosciuto dai propri interlocutori o rintracciato ed
individuato da chi è impegnato nella lotta al cybercrime.
Non è un
caso che Tor venga oggi richiesto obbligatoriamente per poter iniziare la
procedura che conduce all'accesso al mercato anonimo di Silk Road, il grande
bazar multimediale nel quale è possibile concludere transazioni che nel web
propriamente detto non sarebbero consentite ed, anzi, comporterebbero l'avvio
di iniziative penali nei confronti degli autori dell'accordo illecito.
1 commento:
complimenti, eccellente blog
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