È in nome del principio
d'eguaglianza, che questi due balzelli
(prelievo del 5 e del 10% su assegni di pensione che superano
rispettivamente i 90.000 e 150.000€)
sono stati annullati. La prima volta perché ne venivano colpiti i soli
dipendenti pubblici e non anche i lavoratori autonomi o privati. La seconda
volta perché a soffrirne erano i pensionati pubblici, lasciando indenni le
altre categorie previdenziali. Da qui la discriminazione: insomma, una sorta
d'accanimento dello Stato contro gli uomini (e le donne) dello Stato. Per di
più doloso, dato che in origine il prelievo colpiva tutti, ma il Parlamento poi
lo circoscrisse ai burocrati con una penna d'oca in mano. Nel giudizio della
Consulta risuona perciò una massima che i rivoluzionari francesi scolpirono
nella Déclaration del 1789: l'universalità della tassazione. Significa che in
uno Stato di diritto il fisco non può distinguere tra figli e figliastri. Ma
non significa che i ricchi debbano pagare quanto i poveri: ne è prova il
tributo del 3% su tutti i redditi superiori a 300 mila euro, su cui il
tribunale costituzionale non ha avuto niente da ridire. In altre parole, il
principio d'eguaglianza s'applica agli eguali, non ai diseguali. E se lo Stato
italiano avesse praticato l'equità fiscale, ci avrebbe pure guadagnato. Da qui
un passaggio che si ripete pari pari in ambedue le sentenze incriminate: «Il
risultato di bilancio avrebbe potuto essere ben diverso e più favorevole per lo
Stato, laddove il legislatore avesse rispettato i principi di eguaglianza dei
cittadini e di solidarietà economica». (Corriere della sera del 30 giu. ’13).
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domenica 30 giugno 2013
martedì 28 maggio 2013
Illegalità in internet
Si chiama
Silk Road, un nome che all'apparenza evoca storie virtuose di commercio, ma che
- in realtà - di nobile e puro ha davvero poco. Tutt'altro: si tratta del lato
più oscuro e profondo del web, quello meno esplorato e in grado di garantire
anonimato ed impunità a chi consapevolmente vi si avventura.
Per
spingersi nei nuovi meandri dell'illegalità è necessario scaricare
gratuitamente un software denominato Tor, acronimo di The Onion Router o
"rete a cipolla" (l'icona che appare sul computer appena completato
il download del programma è proprio una piccola cipolla gialla) veicolo che
assicura la navigazione anonima in internet schermando a terzi l'indirizzo IP
associato al proprio computer.
Il
progetto Tor è nato nel 1995 come progetto della Marina Militare degli Stati
Uniti d'America con il fine di garantire che le conversazioni governative
(ordini e disposizioni d'impiego) non venissero intercettate da entità nemiche
o da servizi d'intelligence stranieri.
A partire
dall'anno 2004 il progetto ha ricevuto finanziamenti da enti di tutela della
libertà e dei diritti umani(1) con l'evidente obiettivo di garantire la
possibilità ad attivisti, studenti o dissidenti impegnati nella lotta ai regimi
di poter scambiare informazioni e comunicare non incappando nei controlli della
polizia politica.
Ma come spesso accade la finalità virtuosa che accompagna simili innovazioni tecnologiche ha ceduto il passo ad un utilizzo illecito che pone, oggi, gli operatori del diritto di fronte al serio problema di predisporre efficaci strumenti di contrasto: il rischio è infatti quello di non riuscire ad identificare gli autori di condotte illecite perpetrate attraverso internet o, peggio ancora, versare nell'impossibilità di acquisire prove di tali fatti.
Ma come spesso accade la finalità virtuosa che accompagna simili innovazioni tecnologiche ha ceduto il passo ad un utilizzo illecito che pone, oggi, gli operatori del diritto di fronte al serio problema di predisporre efficaci strumenti di contrasto: il rischio è infatti quello di non riuscire ad identificare gli autori di condotte illecite perpetrate attraverso internet o, peggio ancora, versare nell'impossibilità di acquisire prove di tali fatti.
Negli
ultimi anni Tor è divenuto, infatti, il primo indispensabile passaggio per
entrare nel web illegale; si tratta di una vera è propria maschera che si
richiede di indossare a chi voglia accedere, in maniera anonima, al dark web ed
evitare così di essere riconosciuto dai propri interlocutori o rintracciato ed
individuato da chi è impegnato nella lotta al cybercrime.
Non è un
caso che Tor venga oggi richiesto obbligatoriamente per poter iniziare la
procedura che conduce all'accesso al mercato anonimo di Silk Road, il grande
bazar multimediale nel quale è possibile concludere transazioni che nel web
propriamente detto non sarebbero consentite ed, anzi, comporterebbero l'avvio
di iniziative penali nei confronti degli autori dell'accordo illecito.
Il bene comune
Se la
vita delle persone si muove nel vuoto esistenziale, cosa potrà mai accomunarci,
di là da interessate e occasionali convergenze? Allora ci vuole un impegno
comune in vista del bene comune, che custodisce e armonizza il pubblico e il
privato. Al contrario, assistiamo a uno scollamento tra pubblico e privato, a
cui segue lo sdoppiamento dell'idea di bene comune: per un verso identificato
con una somma aritmetica di beni materiali, meritevoli di tutela pubblica solo
perché utilitaristicamente indispensabili alla vita di tutti (come i beni
ambientali) o comunque ritenuti irrinunciabili dinanzi alla libera fruizione
individuale (come i beni culturali e artistici); per altro verso, ridotto a una
cornice vuota di condizioni e regolamentazioni che comportano tensione e
competizione.
Il bene
comune diventa, così, problematico: altro è raccontare una società
originariamente pacifica e figlia della partecipazione, altro lo stile del sospetto,
che mette in guardia contro una società figlia della guerra e del conflitto, in
cui guadagnare convenienza e dove la giustizia è ridotta a difesa degli egoismi
privati. E, così, la politica, già indebolita nell'elaborare progetti alti e
unificanti, asseconda di volta in volta, ora il populismo di campagne
moralizzatrici, ora un'apparente mentalità al di sopra delle parti. In realtà,
il difficile bilanciamento fra l'autonomia della persona e il bene comune
domanda una cultura della partecipazione, che motiva una forma di reciprocità
aperta, dilatando la rete delle appartenenze, dall'ambito primario della
famiglia a quello della società civile, fino a comprendere l'intera famiglia
umana, aprendo le frontiere dell'inclusione, in una sana dialettica di amore e
giustizia, che è credibile se non identifica sempre l'altro con l'estraneo o il
nemico. La motivazione del bene comune non è il successo ma il
bene, un bene che è tanto più autentico quanto più è condiviso, e che non
consiste prima di tutto nell'avere o nel potere ma nell'essere.(
Arcivescovo, Ordinario Militare, Vincenzo PELVI)
mercoledì 3 aprile 2013
L'eguaglianza
Di seguito una poesia di Trilussa sull'argomento, per opportuna riflessione:
Fissato ne l'idea de l'uguajanza
un Gallo scrisse all'Aquila: - Compagna,
siccome te ne stai su la montagna
bisogna che abbolimo 'sta distanza:
perché nun è né giusto né civile
ch'io stia fra la monnezza d'un cortile,
ma sarebbe più commodo e più bello
de vive ner medesimo livello.-
L'Aquila je rispose: - Caro mio,
accetto volentieri la proposta:
volemo fa' amicizzia? So' disposta:
ma nun pretenne che m'abbassi io.
Se te senti la forza necessaria
spalanca l'ale e viettene per aria:
se nun t'abbasta l'anima de fallo
io seguito a fa' l'Aquila e tu er Gallo.
mercoledì 6 febbraio 2013
CASTEL VECCHIO...un pò di storia
Maniero scaligero voluto da Cangrande II, fu costruito nel 1354-57 su preesistenti fortificazioni. Aveva funzione di residenza signorile, ma anche di presidio difensivo sia verso attacchi dalla città sia verso il ponte che consentiva il collegamento con la strada per il Tirolo. Presenta due nuclei, divisi da un tratto delle mura duecentesche e sette torri perimetrali; il nucleo di destra racchiude il cortile maggiore, con la piazza d’armi; il nucleo di sinistra (attuale circolo ufficiali) era la vera e propria reggia scaligera, con cortile più stretto e doppia cinta muraria. Al centro, l’alta Torre del Mastio (1375), da cui si accede al Ponte Scaligero sull’Adige. Dopo la caduta degli Scaligeri fu utilizzato come deposito d’armi dai veneziani e nel ‘700 ospitò l’Accademia Militare della Serenissima; in seguito, sotto il dominio francese e quello austriaco, venne utilizzato come caserma.
Nel 1923 fu avviato un radicale restauro che smantellò i caratteri militari del monumento, con l’inserimento di elementi architettonici tardogotici e rinascimentali di reimpiego e il ripristino delle merlature e delle coperture delle torri (eliminate in epoca napoleonica). Nel 1928 diventò sede del Museo di Castelvecchio.
Nel 1943 ospitò l’assemblea che diede vita alla Repubblica di Salò e vi fu celebrato il processo che condannò a morte i gerarchi fascisti che avevano deposto Mussolini (fra cui il genero di questi, Galeazzo Ciano). Danneggiato dai bombardamenti, rimase vuoto per una decina d’anni. Nel 1957 l’arch. Carlo Scarpa e il direttore del Museo, Licisco Magagnato, avviarono una radicale opera di ristrutturazione e riallestimento museale; i lavori, terminati nel 1964, riportarono alla luce l’antica Porta del Morbio che si apriva nella cinta muraria del XII sec.
martedì 5 febbraio 2013
SCOPO DEL BLOG
Come tutti intuiscono al di là del nostro computer esiste un mondo inesplorato che stuzzica la curiosità di chi ha voglia di scoprire ed imparare cose nuove. Il web è uno straordinario mezzo per comunicare con gli altri, ma soprattutto per perfezionare le nostre conoscenze, guardare “oltre” con gli occhi del bambino, muoversi in ambienti (virtualmente s’intende) che la nostra fantasia non avrebbe mai immaginato.Il nuovo sito è stato disegnato per tenere maggiormente informati i soci sulle attività dell’Associazione ed allo stesso tempo rendere visibile all' esterno le finalità, le tradizioni e la storia del sodalizio. Ma anche per aprire nuovi orizzonti e tenersi agganciati all’attualità dell’ambiente culturale che ci circonda. In questo blog, interattivo,saranno pubblicati lavori, articoli, foto, atti di convegni e studi, l’organizzazione della vita associativa, ecc.., per favorire lo scambio di opinioni e valorizzare il patrimonio culturale dei soci. Tutti sono invitati a intervenire con i link in calce ad ogni "post".
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